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Procuratori sul piede di guerra, è scontro con la Figc

Gli agenti chiedono modifiche al regolamento che, recependo le direttive Fifa, non consente più agli intermediari di trarre profitto dalla compravendita fra le squadre di giocatori professionisti minorenni.

ROMA – I procuratori dei calciatori sono sul piede di guerra. Chiedono modifiche al regolamento Figc (la federazione italiana giuoco calcio) che, recependo le direttive Fifa, non consente più agli intermediari di trarre profitto dalla compravendita fra le squadre di giocatori professionisti minorenni. Con le nuove regole, in vigore in Italia dallo scorso 19 aprile, l’agente che decide di seguire un giovane talento fra i 16 e i 18 anni deve farlo gratis, nella speranza che poi il giocatore voglia confermargli il mandato una volta maggiorenne.

“Le regole della Figc riprendono il regolamento Fifa del 2015 – dice Giuseppe Galli, presidente di A.i.a.c.s.-Assoagenti -. Chiediamo alla federazione italiana di farsi valere per ottenerne le necessarie modifiche. Non ha senso che sia consentito prestare consulenza ai calciatori professionisti sedicenni, ma che sia vietata ogni retribuzione. È una violazione del diritto comunitario sul giusto compenso dei professionisti. Promuovere e segnalare alle società calcistiche i giovani talenti è parte del nostro lavoro, non si capisce perché dovremmo farlo gratis. È giusto che le società, che guadagnano soprattutto sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di giovani tesserati, ci paghino quanto dovuto”.

I procuratori hanno già espresso le loro perplessità a Montecitorio, durante l’audizione informale della VII Commissione della Camera dei Deputati (Cultura, Scienza e Istruzione). Hanno inoltre contattato per via ufficiale la Commissione Procuratori Sportivi, il Coni e lo stesso Gabriele Gravina, dal 2018 presidente della Figc. Mercoledì 15 maggio si riuniranno in assemblea a Milano. Non solo gli iscritti all’associazione A.i.a.c.s.-Assoagenti, che ha convocato il momento di confronto, ma anche il presidente e il vicepresidente di Iafa. Insieme, le due associazioni rappresentano la quasi totalità dei quasi mille procuratori di calciatori italiani. “Non si capisce come mai la Figc abbia deciso di varare il regolamento senza prima consultare noi che operiamo nel settore”, dice Raffaele Rigitano, vicepresidente di A.i.a.c.s.-Assoagenti.

Altra questione aperta riguarda la percentuale che ogni agente può pretendere dalle parti per le transazioni, che per la Fifa è libera, ma che in caso di mancato accordo la Figc indica nel 3 percento. Un ultimo punto controverso è il coinvolgimento degli agenti nella consulenza per il tesseramento degli allenatori: la Fifa non si pronuncia, all’estero (dalla Gran Bretagna alla Spagna) i regolamenti consentono la rappresentanza, mentre in Italia non c’è alcuna norma che chiarisca se un tecnico può o meno avere un procuratore. “Quello che chiediamo sono regole certe e trasparenti”, dice Rigitano.

Fonte: www.repubblica.it

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